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#NewOrleans, alla scoperta della cultura creola, con un po' di amaro in bocca

Ovvero come trasformare un gioiello in un parco tematico trash

· USA,Travel,Viaggi,New Orleans

Se dico "New Orleans" probabilmente penserai a: jazz, Mississippi, pesce gatto, cucina cajun.

Questo è almeno ciò che io ho sempre associato, e che mi ha sempre affascinato di New Orleans: la fusione di culture francese, afroamericana, caraibica.

Appena ne ho avuto la possibilità, nel marzo 2016 ho fatto con mia moglie uno stop turistico di un paio di giorni a New Orleans.

Avevamo prenotato un hotel in centro, nella zona turistica, il cosiddetto "Quartiere Francese", vicino a tutti i principali punti di interesse.

Così siamo andati alla scoperta di New Orleans...

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Qualche informazione storica di base

E' necessario un piccolo preambolo storico per capire come la moderna New Orleans sia il risultato della fusione di diversi culture che si sono succedute nei secoli: ogni nuovo governante ha apportato la propria cultura, non cancellando la cultura precedente, ma integrandola, creando qualcosa di unico e precedentemente non esistente.

New Orleans ha visto cambiare "proprietà" diverse volte nel corso dei secoli.

Venne fondata dai Francesi della Compagnia del Mississippi nel 1718, e divenne capitale della Louisiana Francese.

Passò agli Spagnoli nel 1763, con il Trattato di Parigi.

Successivamente nel 1800 ritornò ai Francesi nell'ambito del Trattato di San Ildefonso.

Infine solo pochi anni dopo, nel 1803 la Louisiana venne venduta agli Stati Uniti d'America, con il "Louisiana Purchase".

Le peculiarità di New Orleans hanno proprio origine nella fusione di culture: la cultura creola è fusione della cultura francese con quella spagnola, caraibica e afro-americana, così come la cucina cajun, mentre il jazz è la fusione di stili musicali.

A New Orleans ancora si parla una versione della lingua francese c.d. "creola", che rende tutto così particolare e sciccoso.

Colori, suoni, profumi

Di New Orleans colpiscono moltissimo i colori sgargianti, vivi, luminosi.

E' una città dove tutto è colorato: i negozi, la merce sugli scaffali, i barattoli con i prodotti tipici, il tramonto, il cielo.

I colori sono pieni ed abbaglianti, tonalità forti piene, colori primari.

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L'unica cosa grigia e triste è il fiume Mississippi, che è molto largo e limaccioso, in pratica una sorta di grande autostrada fangosa.

Il fiume Mississippi

Per le strade ci sono (pochi) musicisti che suonano il jazz, in modo però davvero magistrale, molto black, afro.

Sinceramente mi aspettavo molti più musicisti di strada, questo forse è l'aspetto che mi ha deluso di più.

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New Orleans ha anche dei profumi peculiari, come il salmastro del fiume Mississippi.

I profumi della cucina cajun inebriano: piatti a base di pesce con spezie delicate, vassoi di gamberi.

Abbiamo assaggiato i piatti tipici cajun, che unisce la cucina francese con i sapori mediterranei spagnoli, speziati caraibici, africani e dei nativi americani.

Molto buona la zuppa "gumbo": si tratta di una zuppa di verdure e frutti di mare, una specie di minestrone piccante.

Molto rinomato e decisamente buono il riso Jambalaya, una sorta di paella con pesce, pomodoro e le immancabili spezie piccanti.

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Architettura

New Orleans è un gioiello particolare: una sorta di colonia europea cristallizzata al 1800.

Le palazzine del Quartiere Francese sono normalmente a due o massimo tre piani, e sono caratterizzate da balconate che percorrono tutta la facciata, e immancabili portici al piano terra, sostenuti da colonne in legno o ferro battuto.

Spesso le balconate sono rifinite con elementi in ferro battuto e moltissime fioriere a cascata, con gerani e altri fiori.

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A ben guardare ad un italiano tutto questo potrebbe non dire molto: gli edifici non hanno nessuna particolare attrattiva storica o artistica.

Però l'insieme è armonico e decisamente inusuale per gli standard delle down-town americane.

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Molto interessante è che a tutt'oggi la toponomastica delle vie rispecchi il susseguirsi delle culture che hanno dominato New Orleans.

Inizialmente fu fondata da coloni francesi, ecco allora che le vie del centro hanno nomi francesi: Rue Royal, Rue Bourbon..

Ma anche una doppia nomenclatura in spagnolo, dato che gli Spagnoli presero possesso di New Orleans nel 1766...

Ecco quindi che Rue Royal diventa Calle Real.

Ed infine la nomenclatura americana, ed il terzo nome di Rue Royal / Calle Real diventa Royal Street.

Penso che vi siano davvero poche città al mondo con questa caratteristica.

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Molto bella è la cattedrale di San Luigi, edificio del XVIII secolo in stile gotico, di fronte al quale vi è un bel parco con moltissime varietà di piante tropicali.

La Cattedrale di San Luigi, con la piazza antistante

Katrina

Abbiamo visitato anche il museo memorial dell'uragano Katrina, che si abbattè su New Orleans nell'agosto del 2005 causando oltre 1500 morti, e riducendo la popolazione a 223.000 abitanti ad un mese dall'uragano contro i 494.000 di prima di Katrina (infatti moltissimi superstiti hanno traslocato altrove, visti i rischi di nuovi uragani).

E' stato veramente impressionante rivivere l'avanzamento dell'uragano, e gli effetti devastanti che la potenza incontrollata della natura può causare.

Toccanti i filmati con le testimonianze dei sopravvissuti, e la forza di volontà ferrea di chi ha portato avanti la ricostruzione della città, letteralmente rasa al suolo dopo il passaggio di Katrina: "The spirit of resilience".

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E poi arriva il business

Come si sa, gli americani sono fantastici nel fare business e a perseguire ed organizzare in modo scientifico tutto ciò che permette al business di svilupparsi.

Ogni città ha la tendenza a "specializzarsi" in qualche cosa nella quale eccelle, diventando una sorta di "parco di divertimenti a tema", anche decisamente banalizzando le proprie caratteristiche.

Purtroppo New Orleans negli anni è stata portata verso una strada trasgressiva, accentuando ed esasperando la positività ed allegria del "perenne carnevale" o "mardì gras" che caratterizza le vie del Quartiere Francese.

Dal carnevale agli eccessi il passaggio è stato breve.

Penso di non sbagliarmi nel dire che New Orleans è stata trasformata in un vero e proprio bordello a cielo aperto, dove la trasgressione regna incontrastata, in particolare in Bourbon Street, dove si susseguono parate di personaggi molto ambigui, degni di un gay-pride.

Di fatto il business che va per la maggiore è quello sessuale, con numerosi bordelli o night club che iniziano a lavorare al tramonto e proseguono all-night-long.

Situazioni di eccessi trash non mancano, anzi, come adescamento pubblico o transgender che sghignazzando lanciano ai passanti collanine di finte perline dai balconi delle case.

(a proposito, dopo due giorni a New Orleans ne avrete abbastanza di quelle maledette collanine di perline, che inondano ed insozzano le strade).

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Poiché la trasgressione paga molto bene, numerose attività sono di tipo gay o transgender.

Purtroppo dove il business fiorisce e dove il dollaro fluisce, i business men non arretrano di un passo.

Ed questo è ciò che più dispiace: New Orleans è stata ridotta ad una sorta di "parco tematico per adulti".

Il jazz, i localini, la raffinatezza del Quartiere Francese... sono soltanto strumentali alla trasgressione sessuale ed alle droghe, che inevitabilmente vanno a nozze in questo tipo di ambienti.

La sensazione di insicurezza che si respira alla sera è davvero impressionante ed inquietante.

Come si spegne il sole, si accende una città nella quale devi davvero volerti immergere in questo tipo di esperienze trasgressive per non sentirti a disagio.

Quindi non so cosa dirvi...

Secondo me New Orleans è un'occasione perduta.​

Dove:

Quartiere francese

New Orleans

Louisiana, USA

(C) 2018 testi, foto e video by Massimo Caliari