Ho avuto la fortuna di visitare New York parecchie volte negli ultimi 15 anni.
La prima volta nella primavera del 2003: dopo quasi due anni dal 11/9, Ground Zero era ancora una enorme voragine, con gli escavatori al lavoro e i piani interrati dei parcheggi completamente sventrati. Ancora si vedevano alcune automobili parcheggiate.
Negli anni successivi insieme a Simona ho visitato spesso il memorial, con le due enormi piscine dove una volta sorgevano le due torri.
Non si può non commuoversi guardando le fotografie delle vittime, dei vigili del fuoco che hanno sacrificato coscientemente la loro vita, le persone che si lanciavano nel vuoto...
Impressionante leggere i nomi delle vittime della follia incisi sul perimetro delle vasche.
Immedesimarsi nei nomi, immaginarne le storie.
Come quella di "Deanna Lynn Galante and her unborn child": una mamma incinta e il suo piccolo che non ha mai visto la luce, per la follia e la malvagità umana.
Brividi.
Ho visto persone piangere al Memorial, dopo molti anni da quel maledetto 11 settembre.
Oggi pomeriggio in televisione un programma trasmetteva il discorso di Trump alla nazione, e veniva ripercorso quel maledetto pomeriggio di 16 anni fa.
I miei tre figli più piccoli, tutti nati dopo il 2001, non sapevano molto di queste "torri", di cosa fosse successo.
Erano molto colpiti da quanto vedevano e mi hanno sommerso di domande, anche ingenue.
"Ma che aerei erano?" "Ma c'era le persone sugli aerei?"
"Ma sono morti tutti?" "Ma sono morti anche i dirottatori? E perché si sono uccisi?"
"Ma papà... PERCHE' ?"
Già... perché?
Dove:
National September 11 Memorial & Museum
180 Greenwich St,
New York, NY 10007, Stati Uniti
(C) 2017 testi, foto e video by Massimo Caliari