Ancora non mi sembra vero, eppure è proprio così: il mio libro "Irene" è in uscita presso l'editore Vertigo Edizioni di Roma, e sarà distribuito attraverso Messaggerie nelle principali librerie.
Già staserà l'ho trovato sul sito di Mondadori (!), anche se non ancora disponibile. Comunque un'emozione intensa.
La sinossi del libro, scritta dall'editore, ha colto l'essenza della storia:
Massimo Caliari ci racconta una storia molto particolare che è legata alla nascita della sua penultima figlia, Irene. Nata prematura, di appena ventotto settimane e in condizioni disperate, viene immediatamente ricoverata in Terapia Intensiva per monitorare i suoi parametri vitali, nel tentativo di raggiungere le condizioni ottimali. La bambina è piccolissima, di appena un chilogrammo, ma possiede una forza singolare: una grande voglia di vivere. Il sostegno della fede e la forza persuasiva della preghiera daranno conforto a Massimo e a Simona, i suoi genitori, proiettati così bruscamente in una realtà che non si aspettavano.
L'assoluta certezza della presenza di un qualcuno che allevia e sostiene le nostre pene, rende forte e indissolubile il loro Credo e il loro messaggio d'amore si fa sempre più vivo.
Massimo Caliari, testimone di questo evento, dedica il testo alla sua piccina, "Irene", facendo partecipi della sua emozionante e tenerissima vicenda tutti noi.
Ma questa bellissima storia contiene in sé un grande messaggio di speranza, un chiaro invito a credere e a non disperare anche quando sembra che tutto sia perduto.
Voglio ringraziare l'editor grafica, la sig.ra Rita Madonna, che ha realizzato una bella copertina partendo dall'originale del 2015, rispettando in questo modo lo spirito dell'opera (perché quella "linea viola dell’orizzonte, dove cielo e mare si fondono" ha un significato profondo nella storia, ma non vi spoilero niente...).
Vi invito, se volete, a leggere "Irene", ed a godere un po' con me di questa bella e delicata storia.
Permettetemi infine di farmi un auto-augurio: ad maiora.
(C) 2022 testo e foto by Massimo Caliari
tandovi, se volete, a leggere "Irene", permettetemi di farmi un augurio: ad maiora.