Il ghetto di Venezia si trova nel sestiere di Cannaregio, nella parte nord della città, un po' al di fuori dei soliti itinerari turistici della bellissima città lagunare.
Una visita al ghetto di Venezia ti proietta in un bolla fuori dal tempo, nella malinconica atmosfera del film "La vita è bella".
Il ghetto è racchiuso attorno alla piazzetta di Campo del Ghetto Nuovo, e venne costituito nel 1516 per confinarvi all'interno la popolazione ebraica, dato che la loro gestione era allora un problema politico e sociale.
Venezia fu la prima città al mondo ad istituire uno spazio per gli ebrei, e dato che vi erano situazioni di intolleranza esplicita contro di loro, fu anche un mezzo di controllo e tutela verso questa comunità.
Le origini del ghetto
Il numero degli ebrei era aumentato di molto nel corso del XV secolo: gli ebrei erano cacciati da molte nazioni, e naturalmente molti si rifugiarono a Venezia, come dire "la New York del tempo", per cercare di iniziare una nuova vita, con i commerci e le attività bancarie.
Dalla Spagna, giunsero numerosi ebrei "Sefarditi" (Sefar è il nome della Spagna in Ebraico), cacciati dai re cristiani Ferdinando ed Isabella con l'editto del 1492.
Dalla Germania giunsero gli ebrei "Ashkenaziti" (Ashkenaz = Germania), perseguitati dai principi germanici.
Da Oriente, da una Costantinopoli conquistata dal Sultano Maometto II nel 1453, giunsero gli ebrei "Levantini".
Queste diverse comunità portarono con sé diverse tradizioni e riti, anche a volte in conflitto tra loro.
Infine, le principali potenze europee, riunite nel 1508 nella "Lega di Cambrai", mossero contro la Serenissima Repubblica e ne conquistarono i territori della terraferma dopo la battaglia di Agnadello del 1509.
Gli ebrei che vivevano nei territori veneziani sulla terraferma si riversarono nella città, in tutte le zone della città, creando numerosi attriti.
Per la Serenissima era impossibile pensare ad una espulsione degli ebrei, data la funzione sociale ed economica che avevano grazie ai loro commerci ed alle attività finanziarie, ma la pressione in città era tale che le autorità idearono la costituzione di un'area dove confinare gli ebrei, ed individuarono un'isola dove un tempo vi era una fonderia, che aveva solo due accessi facilmente controllabili.
Dall'attività della fonderia deriva anche il nome con cui venne identificato questo luogo: il "geto", che in veneziano indica lo scarto della lavorazione del ferro, divenne "gheto" nella pronuncia tedesca degli ashkenaziti.
All'interno di questa area gli ebrei furono "obbligati" per legge ad esercitare l'attività di prestasoldi, che era formalmente vietata ai cristiani: infatti agli Ebrei era vietata l'iscrizione alle corporazioni delle Arti e Mestieri, ma il Senato consentì l'apertura d cinque banchi dei pegni.
Come disse Carlo Cattaneo: "i nostri avi condannavano l'Ebreo a vivere di usura, e poi lo maledicevano come usurajo".
Il ghetto oggi
Il ghetto oggi è un luogo di memoria: non sono molte le famiglie ebree che vivono ancora qui, ma ancora ci sono cinque sinagoghe, e tutto in questo posto parla della storia del popolo di Israele, da sempre oggetto di persecuzioni e pregiudizi: i ristoranti kosher, le vetrine dei negozi di articoli religiosi ebraici, i rabbini che passeggiano con le loro kippah in testa.
Molto bella è la visita al Museo Ebraico, al quale si accede dopo un controllo allo scanner, come negli aeroporti.
La visita guidata si svolge in questo condominio sul lato orientale di Campo del Gheto Novo, al cui interno si trovano due sinagoghe di rito ebraico sefardita, riccamente decorate.
La visita al museo termina con alcune sale dedicate ad arredi sacri antichi ed alla storia della diaspora ebraica a Venezia.
Davvero molto bello e profondo, consiglio davvero la visita al Museo!
L'atmosfera malinconica
Quello che mi resta di questa visita al ghetto è l'atmosfera malinconica della piazza del Campo di Ghetto Nuovo, fuori dal tempo e dal rumore della movida del resto di Venezia.
Il silenzio della piazza, il sole abbagliante, il rumore delle cicale e del vento che scuote le fogli dell'unico albero al centro della piazza, sotto il quale cercavamo rifugio dalla calura.
E poi le formelle di bronzo del memoriale della Shoah sul muro occidentale del ghetto, sormontate dal filo spinato, accanto ad una camionetta dell'esercito di guardia...
Tutto sembra rendere omaggio alle vittime dell'Olocausto dei nostri fratelli ebrei, di fronte al quale dobbiamo solo restare in silenzio, come questa piazza.
Campo di Ghetto Nuovo
30100 Venezia
Italia
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